In questi giorni stiamo assistendo all’ennesima diatriba (il solito teatrino?) sulla legge di stabilità programmata a tre anni.
Sappiamo che verrà cambiata mille volte in parlamento e dai governi che verranno, ma è un timido segnale… Non siamo certo qualificati a dare indicazioni su come governare, ma siamo convinti che la programmazione di lungo periodo è l’unica strada che ci può far uscire dal pantano in cui ci siamo purtroppo invischiati.
Giustizia lenta e farraginosa, lentezza burocratica e legislazione cervellotica, una classe dirigente vecchia (non solo anagraficamente) e autoreferenziale, poca coesione sociale e tra settori economici, spese inutili, incapacità, clientelismo: ce n’è abbastanza per chiudere bottega e, se questo non dovesse avvenire, sicuramente non saranno problemi risolvibili in una generazione.
O si programma oltre l’orizzonte oppure non se ne uscirà. Mai.
Questo è applicabile non solo alla politica e all’amministrazione dello stato, ma anche a parte dell’imprenditoria che, per necessità o per abitudine, molto spesso non vede di buon occhio investimenti di lungo periodo.
Anche se al momento non c’è grande possibilità di investimento (per quanto ci siano capitali colpevolmente fermi), resta da notare come la maggior parte delle aziende preferiscano spendere per azioni che diano l’illusione del ritorno a brevissimo termine. Questo non è possibile, non ci sono strade veloci e facili, oggi meno che mai. Continua a leggere Programmare: un valore essenziale in politica come in comunicazione