Sul web stanno fiorendo gli articoli che indicano una rivoluzione copernicana negli algoritmi di ricerca su Google, che favoriranno prepotentemente i siti che sono stati progettati in modo tale da essere “Responsive”: facciamo chiarezza sull’argomento.
Cosa significa “Responsive”
Responsive in inglese significa “che reagisce”. Applicato al web, sta ad indicare una struttura grafica del sito che si adatta automaticamente al dispositivo (ad esempio pc, tablet o smartphone) con il quale il sito viene visualizzato in quel momento. Tecnicamente, i siti Responsive dicono al browser (programma di navigazione) di usare diversi parametri in base alla risoluzione dello schermo. Per questo, nei siti più recenti, come ad esempio quelli dei quotidiani nazionali, restringendo la finestra di navigazione i contenuti si dispongono in modo diverso, solitamente incolonnandosi verticalmente.
Ecco un esempio di Responsive, il nuovo sito Eden Exit:
Cosa è cambiato nelle ricerche Google
Google solitamente rilascia degli aggiornamenti che vanno a modificare i risultati nei motori di ricerca: proprio per questo il lavoro di posizionamento su Google deve essere sempre seguito e rinnovato. Nel 2013 Google ha introdotto un nuovo algoritmo, Hummingbird, che tendeva a favorire, per le ricerche effettuate da mobile (smartphone, tablet) i siti che si adattavano allo schermo, Responsive per l’appunto.
Ora, come annunciato verso fine 2014, Google dal 21 Aprile 2015 ha potenziato questo parametro di valutazione per le ricerche:
“A partire dal 21 Aprile, espanderemo l’utilizzo dell’ottimizzazione per dispositivi mobili come segnale di posizionamento… Questo cambiamento avrà effetti sulle ricerche mobile in tutto il mondo e in tutte le lingue e avrà un significativo impatto nei nostri risultati di ricerca.”
Non è ancora chiaro se i siti Responsive saranno favoriti anche nel posizionamento delle ricerche desktop (da pc), ma è probabile che prima o poi accada. Per il momento, saranno certamente favorite nelle ricerche da mobile che rappresentano una fetta considerevole delle ricerche complessiva (in Italia il 70% di chi possiede uno smartphone o un tablet lo usa per effettuare ricerche su prodotti ed offerte, viaggi, mappe, social network).
Vale la pena passare al responsive?
In linea di massima sicuramente sì, in quanto prima o dopo lo si dovrà comunque fare e può comportare nel breve periodo un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti (attualmente meno del 10% dei siti italiani è Responsive e molti di questi non sono “considerati” Responsive da Gooogle in quanto non rispondono a determinati requisiti).
Volete verificare se il vostro sito è già Responsive?
Cliccate qui per accedere allo strumento di valutazione di Google.
I vantaggi del Responsive sono evidenti:
– evita ridondanze (utilizza un unico sito per tutti i dispositivi di lettura)
– è ottimizzato per i dispositivi mobili, comportando una migliore esperienza del visitatore
– viene favorito nelle ricerche su Google, sicuramente da mobile, probabilmente anche da desktop
In Eden Exit tutti i siti rilasciati da settembre 2014 sono Responsive: questo comporta sicuramente un costo maggiore nello sviluppo in quanto va dedicato un certo numero di ore alla taratura per le varie dimensioni di monitor e dispositivo, però comporta i vantaggi indicati e una maggiore longevità del sito stesso.
Ma devo rifare tutto?
No, se avete un sito dinamico, ovvero i contenuti sono salvati su database in gestione del sito, è sufficiente rifare la parte del sito che l’utente visualizza senza dover reinserire alcunché. può tuttavia essere l’occasione per apportare delle migliorie anche funzionali al proprio sito.
Quando dovrei farlo?
Dipende dai settori e da quanto l’indicizzazione è importante per il proprio mercato. Se il sito è essenziale per raggiungere nuovi clienti, allora passare a Responsive è un requisito abbastanza essenziale entro qualche mese, anche per ottenere un minimo vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.
Chi prima arriva meglio alloggia…