Il lancio del nuovo servizio di informazione cattolica H2Onews ha introdotto una nuova frontiera nella comunicazione religiosa. H2Onews crea e distribuisce notizie in formati multimediali ogni giorno, in otto lingue: arabo, cinese, inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo. Gli argomenti coprono tutti gli aspetti della vita della chiesa e gli eventi sociali e culturali che riguardano i cattolici in tutto il mondo.
Notizie e filmati vengono distribuiti attraverso il portale www.h2onews.org, attraverso il quale emittenti televisive e radiofoniche cattoliche possono anche scaricarli in formati adatti alle trasmissioni.
Il portale è stato progettato come una piattaforma di collaborazione che permette a chiunque di apportare le sue competenze. Televisioni e produttori sono infatti invitati a partecipare attivamente condividendo informazioni, interviste, video: una specie di YouTube cattolica.
Ma chi sono gli artefici di questo progetto? La sede operativa di H2Onews è, naturalmente, a Roma in Via delle Fornaci (non distante dall’ex Sant’Uffizio) ma l’anima è tutta spagnola: il direttore Jesus Colina viene da Miranda de Ebro, la caporedattrice Miriam Diez i Bosch è catalana, e il coordinatore dell’iniziativa è monsignor Enrique Planas di Avila, già membro del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali e Direttore della Filmoteca Vaticana. Inoltre il progetto è nato in occasione del Congresso di Madrid delle TV cattoliche nell’ottobre 2006.
Jesus Colina, membro del Regnum Christi (braccio laico dei “Legionari di Cristo”, uno dei gruppi più fondamentalisti tra i molti movimenti cattolici e particolarmente attivo in Sud America), afferma in un’intervista all’Espresso che il nome H2Onews è stato scelto: “perché è una sigla breve e funziona in tutte le lingue, anche l’arabo e il cinese… l’idea che vogliamo trasmettere, in questo mondo sempre più materialista, è quella di rinnovamento, giovinezza, un’informazione che rinfresca lo spirito”.
Un importante fattore nella decisione di lanciare il nuovo canale cattolico è stata la crescente preoccupazione per la mancanza di controllo sui messaggi trasmessi da importanti network di ispirazione religiosa, uno per tutti l’americana EWTN (www.extn.com), che pure figura tra i collaboratori della nuova iniziativa.
Lanciata nel 1981 in Alabama, Eternal Word Television Network (EWTN) è un centro di diffusion di notizie per il mondo cattolico. In ventisei anni è cresciuto al punto tale da trasmettere programmi 24 ore al giorno, con un’audience di 123 milioni di spettatori in 140 paesi. Il network si avvale inoltre di tecnologie digitali, trasmettendo via cavo, via satellite, via internet, diventando per molti la “voce ufficiale della chiesa” sul terreno dei media.
EWTN non è sottoposta ad alcuna supervisione da parte del Vaticano, e la nascita di H2Onews è stata anche dettata dall’esigenza di stabilire una fonte che trasmetta messaggi “ufficiali” al mondo cattolico.
H2Onews non è che l’ultima, più evidente manifestazione dell’interesse della chiesa cattolica per le nuove tecnologie. Già a marzo 2007, il Centro televisivo vaticano (Ctv), l’organismo della Santa Sede che produce e distribuisce riprese e documentari sul Papa, ha avviato la sperimentazione delle trasmissioni in alta definizione.
Secondo il direttore, il gesuita padre Federico Lombardi, “se vogliamo continuare a fornire le immagini del Papa dobbiamo essere pronti ai cambiamenti tecnologici”.
Interessante il confronto con alcune affermazioni scritte in due documenti ufficiali della chiesa pubblicati nel 2002 (pre Benedetto XVI), “La Chiesa e Internet” e “L’etica e Internet”.
“Non c’è bisogno di grandi sforzi d’immaginazione per considerare la terra come un globo ronzante di trasmissioni elettroniche, un pianeta blaterante, annidato nel silenzio dello spazio. In conseguenza di ciò, le persone sono più felici e migliori?”.
E ancora, parlando delle diseguaglianze nell’accesso alle tecnologie: “digital divide, nuova forma di discriminazione e versione aggiornata dell’antico divario tra i ricchi e i poveri di informazioni”.
Nel frattempo, attendendo che venga posto rimedio alla situazione, la chiesa cattolica sembra aver deciso da che parte del “digital divide” è meglio stare…
Ti sei dimenticato di altri due pilastri del progetto, Silvia Costantini responsabile relazioni per lo sviluppo del progetto con le altre realtà internazionali e Andrea Scorzoni vero Chief Executive del progetto, è stato detto in conferenza stampa.
andrea