Durante la cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Pechino, il grande pubblico ha conosciuto il logo dei prossimo Giochi che si terranno a Londra nel 2012.
Il logo rappresenta i numeri che compongono 2012, in stile “graffitaro” e con colori decisamente acidi. I primi due simboli possono anche essere interpretati come le lettere LO di London.
Presentato già un anno fa in Inghilterra e realizzato dall’agenzia di design Wolff Olins per la modica cifra di 600mila euro, ha suscitato un’ondata di polemiche senza precedenti. La versione video, che alternava velocemente loghi di colore rosa, blu, verde e arancione, è stata addirittura ritirata per aver causato 12 casi di collasso in persone sofferenti di epilessia.
Varie petizioni online (ad esempio http://www.fubra.com/london2012) dimostrano che 9 votanti su 10 trovano il logo inadatto all’importanza dell’evento.
Rispetto alla prima versione, in occasione della cerimonia di chiusura di Pechino i designer hanno presentato un’alternativa grafica dove il logo si sovrappone all’Union Jack, la bandiera inglese. Se da un lato questa soluzione contestualizza maggiormente il logo, dall’altro lo rende ancor più confuso e difficile da leggere.
Lasciate da parte le polemiche, cogliamo l’occasione per analizzare la storia dei loghi olimpici, a partire da Tokyo 1964, prima edizione ad avere un logo ufficiale.
Tokyo, nella sua semplicità, rappresenta l’essenza stessa del Giappone attraverso il simbolo del Sol Levante. In questo periodo storico non si dà particolare importanza all’aspetto sportivo quanto all’affermazione della nazione che ospita i Giochi. Stessa considerazione si può fare per i loghi di Città del Messico 1968 e di Monaco 1972. Il primo offre un pregevole gioco di linee che uniscono il nome e la data ai cerchi olimpici, il secondo presenta una forma in stile “optical” che sicuramente andava molto di moda negli anni settanta ma è ben lontano dall’essere un logo memorabile.
Nel 1976 Montreal si presenta con un logo dove i cerchi olimpici si allungano a rappresentare sia il podio olimpico sia la M di Montreal. Il logo studiato per giochi di Mosca 1980 segue lo stesso concetto, ponendo però in evidenza la stella sovietica. Ed è pronta la risposta degli americani nel 1984 per le olimpiadi di Los Angeles, dove le stelle diventano tre, con i colori della bandiera statunitense, e sono estremamente dinamiche (come a dire “noi siamo più grandi e arriviamo prima di voi…”). La guerra fredda si combatteva anche a colpi di grafica.
Nel 1988 a Seoul il mondo sta cambiando. L’anno successivo cadrà il muro di Berlino, ma il blocco sovietico si sta già sgretolando. E’ un’olimpiade di conciliazione, ed il logo, riprendendo le tradizionali forme orientali, rappresenta l’incontro e l’unione dei popoli. A Barcellona nel 1992 si cambia musica: atmosfera frizzante, grandi aspettative, nuovi paesi che si affacciano ai giochi. Il logo riprende lo stile di Joan Mirò, il grande artista catalano, e pone per la prima volta in risalto l’uomo atleta. Atlanta 96 è l’olimpiade del centenario (scippato dalla Coca Cola ad Atene): il logo riprende lo stile grafico in voga a fine anni novanta, rappresentando la fiamma olimpica che si trasforma in stella, con un aspetto celebrativo consono alla peculiarità dell’edizione.
A Sydney 2000 ritorniamo sullo stile proposto a Barcellona. Del resto tra le due olimpiadi ci sono molte similitudini: entrambe città di mare, paesi giovani e in rapido sviluppo, voglia di divertirsi. Il logo di Sydney 2000 riprende ovviamente le pitture tradizionali aborigene, e rappresenta sia l’atleta sia la città, con il tratto azzurro a descrivere le forme dell’Opera House. Ad Atene 2000 “l’olimpiade torna a casa”: il logo riprende e celebra la classica corona d’alloro che premiava i vincitori delle antiche olimpiadi, con uno stile grafico naive. Con Pechino 2008 riprendiamo il concetto presentato da Barcellona e Sydney: l’atleta è in primo piano, questa volta finemente rappresentato dei tratti della calligrafia tradizionale cinese.
E siamo, come già detto, a Londra 2012. se finora sembrava esserci della ciclicità nel design dei loghi olimpici, il nuovo logo londinese rompe totalmente con la tradizione avviata dai suoi predecessori. Forse le polemiche nascono anche da questo: se i loghi precedenti erano in qualche modo “scontati”, Londra 2012 ha un’immagine assolutamente inattesa.
Il tempo dirà se questo logo riuscirà a farsi largo e a vincere le perplessità generali o se i problemi sono effettivamente dovuti alle forme spigolose che lo compongono.