I nuovi classici: dite la vostra!

In occasione dell’uscita del millesimo numero, il magazine statunitense “Entertainment Weekly” ha pubblicato un’edizione speciale dedicata a tutte quelle opere della musica, del cinema, della televisione, della letteratura, dello stile, della tecnologia e via dicendo, che hanno maggiormente influenzato la cultura popolare negli ultimi 25 anni.

Non necessariamente i migliori, piu celebrati o più costosi, ma quelli che nell’immaginario collettivo si possono fregiare del titolo di “nuovi classici”!

I nuovi classici

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Etichette da bere

Un recente studio offre nuovi indizi su come il giudizio dei consumatori di vino sia fortemente influenzato dall’etichetta.

La ricerca “Design Olistico degli imballaggi e Impressioni dei Consumatori” (“Holistic Package Design and Consumer Brand Impressions”) è recentemente apparsa sul Journal of Marketing, a cura dei professori Malkewitz e Orth dell’università di Kiel in Germania. “Si possono fare un sacco di soldi aiutando I consumatori a fare le scelte giuste” afferma Malkewitz. “L’imballo aiuta le persone a prendere una decisione”.

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La comunicazione ambientale che ci piace

Aardman Animation Studios e Animal Planet hanno unito le proprie forze per dar vita ad un progetto di comunicazione che insegna quanto sia facile proteggere l’ambiente con piccoli gesti.

Il tutto viene illustrato attraverso una collezione di brevi animazioni ed un minisito, tutti mirati alla conservazione del pianeta. Le stars dei filmati sono Cyril, un cane che si agita quando si spreca elettricità, Jolly, una medusa che balla il tango con un sacchetto di plastica, Freda, un orango tango che lavora come cassiera al supermarket, e la famiglia Merkaat, costituita da dieci cani della prateria che si sorbiscono le esalazioni delle automobili.

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Katachi no aji, la forma del gusto

Costosi piatti di forme inusuali, contorni esotici, elaborazioni artistiche alla Jackson Pollock realizzate con sottili fili di creme o condimenti: la moda è da tempo entrata in cucina, ed ha capito che l’occhio può ingannare il palato…

La presentazione assume ormai un ruolo determinante nella percezione del cliente, tanto che sono nati nuovi lavori come il “Food Stylist”: se l’aspetto di un cibo fa salire le nostre aspettative, percepiremo anche il suo gusto come migliore di quanto non sia in realtà.

I giapponesi hanno un termine specifico per definire questo fenomeno: “katachi no aji”, ovvero “la forma del gusto”. Non a caso la cucina giapponese fa della presentazione dei cibi un’arte.

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La comunicazione come supporto al cambiamento

Il cambio radicale della distribuzione trova le aziende nella difficoltà di cogliere l’attimo. Non esiste più la piramide verticale (alto medio basso), ma un’ellisse trasversale dove tutti i prodotti di prima necessità e di servizio vengono offerti in aree compensative degli svuotamenti dei centri storici.

Mentre negli stessi centri storici si trovano “flag stores” in franchising (che permettono ai marchi sia di mantenere l’immagine sia di riversare le difficoltà di vendita sui gestori), i centri commerciali cambiano come successe molti anni fa negli USA: vi si può comodamente comprare dal bene di prima necessità al superfluo. Sono la nuova piazza della società. In questo senso ci possono essere delle opportunità se viene cambiata la mentalità del product-placement.

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Indiana Jones e il regno del widget di cristallo

I tempi sono cambiati da quando, 19 anni fa, Harrison Ford ha vestito per l’ultima volta i panni dell’archeologo Indiana Jones: la diffusione “virale” del trailer del nuovo film “Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo”, ne è la prova più evidente.
Diffuso il 14 febbraio su vari siti e piattaforme di intrattenimento (Youtube, Yahoo, televisioni, sito ufficiale, ecc) il trailer del film è stato visto nella prima settimana da oltre 200 milioni di utenti in tutto il mondo, diventando immediatamente l’anteprima più cliccata nella storia del cinema. Anche grazie a degli strumenti di marketing online innovativi.

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Troppe scelte?

Nonostante un’ampia varietà di prodotti significhi a volte trovare esattamente quello che si sta cercando, troppe scelte possono confondere il consumatore al punto tale da fargli evitare qualunque decisione.
Questa è la conclusione a cui sono giunti alcuni psicologi statunitensi analizzando i risultati di ricerche tese a comprendere il comportamento dei consumatori di fronte alla scelta di un prodotto.

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Il marketing va a scuola da Lost

Lost, il serial televisivo che ha come protagonisti i sopravvissuti di un incidente aereo che si ritrovano a dover sopravvivere in una misteriosa isola tropicale, rappresenta qualcosa di veramente nuovo nello sviluppo di progetti multimedia.

Il modo in cui gli ideatori di Lost hanno abilitato, coordinato o anche manipolato le interazioni intorno alla serie e con la serie stessa, indica una comprensione molto sofisticata del funzionamento dei nuovi media; si basa sul rapporto di domanda-risposta tra la serie televisiva e gli spettatori che interagiscono attraverso vari strumenti e media. Lost va molto al di là dei normali progetti che integrano diverse piattaforme di comunicazione: è un concetto multidimensionale estremamente ambizioso, che utilizza il web come la sua tela e gli spettatori come i suoi creatori.

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Il sesso vende?

Tutti abbiamo sentito la frase: il sesso vende. Ma oggi i pubblicitari lo usano sempre più spesso per vendere cose neppure lontanamente legate alla sfera sessuale…
Perché le pubblicità si spingono sempre più oltre i limiti della moralità? La risposta è semplice: per catturare la nostra attenzione.
Al giorno d’oggi c’è decisamente troppa pubblicità. Per sfondare lo schermo le agenzie di comunicazione usano pubblicità scioccanti, oltraggiose e sessuali che attirano l’attenzione, generano voci e creano controversie. Nulla attrae maggior attenzione della controversia, e nulla crea controversia quanto il sesso.
Ma il sesso in pubblicità funziona sempre?

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