Il marketing ha l’obiettivo di rivolgersi a tutti e tre i cervelli, in modo tale da non innescare conflitti che potrebbero portare a decisioni di non acquisto.
La pubblicità degli albori era rivolta al nuovo cervello: voleva persuadere il cliente con motivazioni logiche. Foto, colori e video non erano ancora presenti ed i messaggi stampati erano esclusivamente testuali: essendo la scrittura un linguaggio verbale, il destinatario era quindi necessariamente la “testa”.
L’introduzione di colori, grafica, musica, animazione, ha permesso di rivolgersi al “cuore”, richiamando una risposta emozionale. Questi elementi possono aggirare la logica che la “testa” richiede: si vedano ad esempio molte campagne pubblicitarie senza una sola parola scritta (es. Nike o Benetton). Continua a leggere Quell’animale che mi porto dentro – 2